[Legendary Game Stories #1] Brutal Legend (2009)

Andiamo un po’ indietro nel tempo, esattamente nel 2009, e troviamo un videogioco di nome Brutal Legend, creato e ideato dalla mente di Tim Schafer (ex LucasArts, ora DoubleFine) basato sulla storia di Eddie Riggs, roadie di gruppi metal da quattro soldi. Il gioco è disponibile su PC, Xbox 360, Playstation 3, su piattaforma digitale e fisica ed è essenzialmente un Hack & Slash con inserimenti strategici. La mia recensione si basa sulla versione PC distribuita tramite piattaforma Steam.

Trama: Eddie Riggs, roadie di gruppi metal e allestitore di palchi, si trova nel backstage del concerto del gruppo metal da quattro soldi che sta seguendo, quando una parte del palco allestito cade su di lui, apparentemente uccidendolo. Il suo sangue cola però sulla fibbia della cintura del suo defunto padre, risvegliando una bestia enorme che prende il corpo di Eddie e lo riporta indietro nel tempo, laddove il mondo è governato dalle leggi del metal e della musica. In questo mondo Eddie fa la conoscenza di Ophelia, di cui si innamora, e di Lars e Lita Halford, paladini del metal che combattono la furia del demone Dovicolus e del suo generale Lionwhite. La missione di Eddie è quella di collaborare con Lars e Lita, sconfiggere il generale Lionwhite, uccidere Dovicolus e liberare Bladehenge dal dominio della stirpe infernale del demone. Una trama abbastanza comune nel panorama videoludico, dove il buono deve ammazzare il cattivo, tuttavia l’ambientazione metal mette un po’ di sale e aiuta a colorare un copione leggermente stereotipato. Voto: 8.

 

Gameplay: come dicevo nell’introduzione, Brutal Legend è un hack ‘n’ slash (gioco di azione dove c’è essenzialmente da uccidere con armi pesanti o magie di vario tipo) mescolato ad una base di avventura free-roaming (ci troviamo in uno scenario aperto) e a parti molto strategiche quasi a strizzare l’occhio ai giochi tower defense. Alterneremo quindi una buona parte del gioco a girare con la nostra falciadruidi nel mondo di Bladehenge, dove incontreremo bestie selvagge, altari da distruggere o liberare per ottenere punti extra da usare per potenziare il personaggio o la macchina e missioni secondarie con cui ottenere altri punti e sbloccare bozzetti e materiale extra del gioco. Il tutto si presta molto bene al gioco su console, mentre su PC è altamente consigliato l’utilizzo del gamepad, in quanto non si denota il bisogno di puntare qualcosa (l’attacco viene dirottato al nemico più vicino o a quello a cui si sta guardando) con ad esempio un mouse. Inoltre, in certe fasi del gioco i comandi da usare diventano molti, risultando confusionario utilizzare una tastiera, per quanto pratici si possa essere. I combattimenti sono bilanciati e raramente saremo in difficoltà, tranne nelle fasi molto concitate dove ci troveremo a batterci con un numero elevato di unità nemiche. Unica pecca la si può trovare nella gestione della parte strategica, dove creare nuove unità, dare loro i comandi giusti (fermarsi, seguire, andare all’obiettivo, attaccare ecc…), preoccuparsi del proprio personaggio e attaccare i nemici può diventare difficile ed estenuante. Voto: 8,5.

Grafica: non ci troviamo di fronte ad un titolo che vuole vantare un realismo fotografico, anzi, lo stile cartoon è apprezzato e molto ben dettagliato, le texture sono pulite e l’antialiasing fa un lavoro eccellente. Non si hanno lag di alcun tipo nè in aree ristrette nè in free roaming, quando possiamo ammirare anche i punti più lontani della zona che si sta visitando. Gli effetti speciali sono ben fatti e calibrati. Lo stile dei personaggi ricorda un po’ l’ultimo Team Fortress, con quella grafica caricaturale che fa sempre piacere e fa sorridere. Nel complesso quindi possiamo dire che, anche in considerazione dell’anno di uscita, il lavoro fatto è stato eccellente, ma ovviamente non posso dire di essere di fronte ad un capolavoro, in quanto la scelta fatta innegabilmente taglia le gambe a priori ad un comparto grafico che non può essere comparato a titoli di diverso tipo, che siano su console o su PC. Voto: 9.

Suono: questa è sicuramente la parte migliore dell’intero gioco. I dialoghi, l’intero doppiaggio, gli effetti sonori, sono di ottima fattura e immergono a pieno nel videogioco. Si vede che il lavoro svolto ha qualcosa di eccezionale. Ma non è solo questo: il gioco può vantare una colonna sonora di grande rispetto perchè comprende brani dei migliori gruppi metal di sempre (Black Sabbath, Motorhead, Judas Priest, Dragonforce, Testament, Megadeth.. Insomma chi più ne ha più ne metta. Inoltre, 20 brani creati dalla DoubleFine sono inclusi nel gioco e migliorano l’interno comparto tecnico. Le nostre orecchie sembrano apprezzare molto! Per quanto riguarda in particolare il doppiaggio, artisti del panorama musicale internazionale hanno collaborato per dare voce ai personaggi del gioco, come ad esempio Jack Black per il protagonista, Ozzy Osbourne per il guardiano della forgia, Lita Ford per il personaggio di Lita Halford e tanti altri.. Di conseguenza ci troviamo di fronte ad un titolo che ha fatto del comparto sonoro il suo cavallo di battaglia, ed ogni momento del gioco ci fa godere di cotanta maestosità musicale. Voto: 10.

Longevità: Brutal Legend segue una trama piuttosto lineare, non ci sono finali alternativi o percorsi differenti da quello principale, ma è contornato da missioni secondarie e bonus da sbloccare come nei più classici dei videogiochi moderni. Le missioni secondarie sono tutte abbastanza semplici e relativamente veloci da compiere, mentre la parte più ardua e magari noiosa è quella di trovare tutti gli artefatti da sbloccare (statue da rianimare con la chitarra, binocoli per osservare zone particolari di gioco, reliquie nascoste da trovare…) nella mappa per arricchire il gioco di contenuti come bozzetti o artworks. Il gioco, nella sua storia principale, non porterà via più di una decina di ore, mentre portare a termine le missioni secondarie e sbloccare gli extra aggiungerà circa 5 ore, portando ad un totale di 15-20 ore al massimo. Inoltre, sebbene sia una divertente esperienza, difficilmente avrete voglia di rimettere mano al gioco una volta terminato. Voto: 6,5.

Giudizio finale: il gioco della DoubleFine diverte, convince e ci permette di trascorrere una 15ina di ore all’insegna del pestaggio e della demenzialità. Il comparto tecnico è buono nel complesso, frutto di una discreta parte grafica e di una eccellente parte sonora, mentre un po’ di delusione arriva dalla longevità del titolo, non eccessivamente bassa ma neanche che possa farci gridare al miracolo. In sintesi ci troviamo di fronte ad un buon videogioco, che si lascia giocare bene, quasi senza intoppi e che sicuramente non lascerà l’amaro in bocca. Voto: 8.